Il Locale

la storia di Tommasino “Der Welsche Gast

 

Turista forestiero o italiano,
Che percorri questa stretta per raggiungere il borgo antico e il prezioso oratorio di S. Maria in Valle, se non sai chi è stato Tommaso al quale questa stretta è stata dedicata, ti dobbiamo doverosamente informare. Incerto è l'anno dei suoi natali, ipotizzato nel lontano 1185 e altrettanto incerto quello della sua morte, avvenuta verso il 1238. Certa tuttavia, la sua appartenenza al patriziato cividalese. Frequentò la scuola locale dei “Canonici Magistri Scholarum” studiando il trivio: scuola medioevale delle tre arti liberali della grammatica, dialettica, retorica il quadrivio: Scuola superiore delle quattro arti liberali di aritmetica, geometria, musica, Astronomia.

La bontà di tale scuola si manifestò nell'opera maggiore di Tommasino “Der Welsche Gast” (L'ospita italiano o l'ospite latino). Un poema di 1476 versi, scritto nella lingua tedesca di allora. E' un opera morale, destinata alla giovane nobiltà tedesca, da lui composta tra il 1215 e il 1216. Considerata superiore a tutte quelle dei poeti alemanni dell'epoca. Opera dotta, erudita, degna d'un grande poeta. E' stata pubblicata dall'editore tedesco Ruchert per la prima volta nel 1852. Una seconda edizione sempre in tedesco nel 1965. Nel 1933 è uscito l'importante saggio di Hans Teske, sempre in tedesco, nel 2001, a cura del prof. Raffaele

Disanto dell'università di Chieti, per le edizioni Parnaso di Trieste, è stata pubblicata in tedesco assieme ad un altro volume con le immagini miniate a colori che illustrano il ciclo dell'opera stessa. Tommasino trascorse la sua vita, o molti anni di quella, come canonico di Aquileia, al servizio del patriarca Wolfger di Ellembrecht, il quale coprì l'alta carica dal 1204 al 1218 e, dal 1214 resse il patrocino di Cividale, dove fece il suo ingresso il 12 dicembre di quell'anno. Il Papa regnante era Innocenzo 3°, sulla cattedra di San Pietro dal 1198 al 1216. Il nome del nostro poeta ai suoi tempi era: Thomasin Von Zerklare. Non va dimenticato l'importante contributo di don Vincenzo Liccaro che al congresso regionale di filosofia friulana e giuliana svoltosi a Cividale nei giorni 6-7-8 dicembre del 1970, a cura del circolo filosofico “Paolo Vento” di Udine, esaltò l'opera e l'autore, concludendo: Un ragionamento logico e chiaro, illuminato da vividi sprazzi di fantasia, una blanda arte retorica, suasiva ma spoglia di artifici superflui, una convinzione sicura, basata sulla religione e sulla fede, gli hanno permesso di realizzare nella sua Cividale del Friuli un poema didattico di alto livello, che è notevole testimonianza della vita culturale del Friuli nel medioevo. I cividalesi ritengono forse di aver estinto il loro debito verso questo illustre concittadino dedicandogli una stretta”….

Cividale del Friuli, 4 dicembre 2003

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